1 Febbraio 2023

Questo è il secondo post di una raccolta pensata per riflettere sul tema dell’imparare a costruire – o ristrutturare – in bioedilizia.

Il primo post in cui parlavamo di dove abbiamo imparato noi e facevamo un po’ di premesse sul tema lo trovi qui per cui non ci ripetiamo ed entriamo a gamba tesa nel tema di oggi che è come si impara, o meglio come noi abbiamo imparato, a costruire in bioedilizia.

Come si impara: learning by doing

Se hai letto dove ci siamo formatǝ avrai già intuito che abbiamo imparato a costruire costruendo. L’approccio che si chiama in inglese “learning by doing” è esattamente questo: stare nella situazione, sperimentare in prima persona e apprendere dall’esperienza che si sta facendo.

Ci sono alcune parti del learning by doing essenziali che a volte si dimenticano.

La ripetizione è una tua alleata

Può sembrare noioso ma come con tutto, più si ripete la stessa operazione e più si impara rispetto a quell’esperienza e si memorizza ed interiorizza l’apprendimento. Nel nostro caso ogni intonaco in terra cruda ci ha insegnato qualcosa in più sulle tecniche e sul materiale, ogni muro in balle di paglia ci ha aiutatǝ ad affinare il processo costruttivo, etc. Per questo da quando nel 2015 abbiamo aperto terraepaglia e abbiamo lavorato con regolarità nei cantieri le nostre competenze sulla materia sono profondamente cambiate.

Sbagliando si impara

Ni. L’errore è propedeutico all’imparare solo se si verificano due condizioni: c’è uno spazio di riflessione e si capisce cosa si è sbagliato. Banale? Forse ma senza queste sbagliando non s’impara, si sbaglia e basta. 

Per noi durante i workshop infatti non possono mancare i momenti di riflessione e di confronto a fine del cantiere e anche quando lavoriamo da artigianǝ i nostri pranzi o i viaggi in macchina spesso ci servono per analizzare quello che stiamo facendo e trasformarlo in apprendimento.

Pro e contro

In conclusione, come l’altro post, sintetizziamo i pro e i contro di questo approccio al come si impara la bioedilizia.

Pro 

Conoscere sul campo e direttamente con l’esperienza ci porta ad apprendimenti che non vanno verificati, lo sono già. Ci è più facile ricordare e quindi ripetere ciò che abbiamo imparato.

Contro 

Spesso non ci sono maestri che ti dicono come rimediare agli errori e cercare una soluzione quindi non è sempre facile. Si va per prove e tentativi e questo processo può essere lento e a volte complesso, a volte molto soddisfacente e altre molto demotivante.

Ad esempio a noi è capitato di sbagliare un intonaco esterno – il secondo che facevamo in vita nostra – di oltre 200 mq – che si è letteralmente sciolto al primo temporale estivo dopo pochissimo che lo avevamo completato. Recuperare quell’errore è stato mooooolto impegnativo per il tempo che ci abbiamo messo sia per la ricerca di una soluzione alternativa – e tremavamo all’idea di sbagliare di nuovo.

Siamo arrivatǝ alla fine anche di questo post, abbiamo visto come si impara – o almeno una possibile via – a costruire in bioedilizia, non ci resta che scoprire con chi, nel prossimo articolo.

ps. Se vuoi sapere cosa abbiamo fatto – e imparato – in cantiere questo mese, lo puoi leggere gratuitamente qui.